Alle grandi case discografiche non bastano più le royalty versate da TiKTok: ora vogliono di più
Come risaputo, la maggior parte dei video brevi che gli utenti caricano su TiKTok sono accompagnati da musica. E per questo motivo la piattaforma di social media deve già pagare le royalty ai legittimi proprietari di questa musica. Secondo Bloomberg, che cita una fonte che vuole rimanere anonima, la quantità di denaro che TikTok paga come royalty non sembra essere sufficiente per alcune etichette discografiche.
Le maggiori, tra le quali Sony Music Entertainment, Universal Music Group e Warner Music Group avrebbero chiesto a ByteDance, proprietaria di TikTok, di aumentare le royalty e, inoltre, di condividere anche le entrate pubblicitarie.
Sembra che le case discografiche stiano facendo pressione su TikTok da oltre un anno, visto che tra qualche mese scadrà l’accordo e per il nuovo vogliono spuntare condizioni decisamente più favorevoli. Ma TikTok non vuole pagare, anche perché ha in mente un futuro in cui gran parte della musica non dovrà nemmeno chiederla alle major.
TiKTok non vuole pagare di più
La popolarità di TiKTok è in continua crescita e di conseguenza lo sono anche i guadagni. Solo l’anno scorso, l’app di social media di proprietà di Bytedance ha ufficialmente guadagnato 4 miliardi di dollari, su un fatturato di 61,7 miliardi.
Una ricerca condotta da eMarket stima che TiKTok sia sulla buona strada per mettere nelle sue casse qualcosa come 12 miliardi di dollari di ricavi entro la fine del 2022, in pratica triplicando i guadagni anno su anno. E le grandi etichette discografiche vogliono una fetta di questa succulenta torta.
Nell’accordo in bozza proposto a TiKTok, pare che le etichette esigano una riduzione dei costi delle pubblicità che trasmettono sul social media in base al numero dei contenuti con sottofondo musicale prodotto dai loro artisti.
Secondo un dirigente di una delle etichette discografiche citate, TiKTok dovrebbe pagare da due a dieci volte in più rispetto a quanto paga ora. Lo stesso dirigente cita come esempio un accordo simile già in atto tra le etichette discografiche e altre piattaforme social come Facebook e YouTube.
TikTok, naturalmente, non è del tutto d’accordo su quanto sostiene questo dirigente. Il social afferma che la sua piattaforma si è posizionata come uno strumento promozionale, ed è un complemento all’ascolto della musica, non un suo sostituto. Quindi non vede il motivo di pagare le stesse cifre che sborsano Spotify o YouTube, che, appunto sono incentrate sull’ascolto di musica e non di brevi video con audio in sottofondo.
TikTok va avanti con SoundOn
ByteDance conosce benissimo il mondo dell’intrattenimento e l’industria musicale e, già da tempo, prevedeva che le etichette discografiche avrebbero voluto di più. Per questo, da inizio 2022, TikTok ha lanciato SoundOn.
SoundOn è una piattaforma di distribuzione dedicata agli artisti emergenti, grazie alla quale chi fa musica può trovare un pubblico globale mantenendo la proprietà dell’opera e trattenendo il 100% delle royalty. Non è una vera e propria casa discografica, ma è palesemente una minaccia per le big di questa industria.
Una cosa va specificata: in Italia il servizio SoundOn è ancora inaccessibile [ndr].
Articolo tratto da:https://tecnologia.libero.it/le-etichette-discografiche-chiedono-il-conto-a-tiktok-64121
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